Sono Camila. E faccio la conduttrice televisiva, radiofonica, scrivo e faccio la mamma.
13 Ottobre 1974 sono nata, ecco dove inizia la mia storia. Per i primi dieci anni della mia vita l'India è stata la mia casa: figlia di hippie, vivere in una comunità negli anni Settanta ti porta ad avere una visione diversa, ad andare oltre i confini che spesso siamo abituati a porci. Ancora oggi cerco di conciliare quello che ho imparato in quel posto magnifico e la mia Milano borghese, che comunque mi ha dato molto.
Di Londra ricordo l'indipendenza: avevo 19 anni, vedevo con un filtro di sogni e curiosità. All'epoca ti capitava di uscire e trovarti al pub con i Prodigy, Robbie Williams: il rock'n'roll era uno stile di vita che sapeva di libertà. Di New York ho un ricordo diverso, sono rimasta dai 23 ai 27 anni ed ero già donna. Ma New York ti insegna sempre qualcosa. Per me ritrovare l'intreccio di culture, di storie diverse durante una sera a Central Park sui rollerblades è stato un regalo, più che una lezione.

Il viaggio è vita, non c'è vita senza viaggio perché non c'è conoscenza senza viaggio.
Sicuramente la gravidanza mi ha resa diversa, più sedentaria, perché quando hai un figlio il tuo epicentro si sposta e c'è qualcuno di più interessante di te, al quale tieni di più. Ma non si ferma mai la mia ricerca, non conosco punto di arrivo perché sto già puntando al prossimo traguardo. E so che è una bella impresa vivermi accanto! La felicità costante richiede un lavoro costante. In Giapponese esiste una parola "Satori" che significa lampo: nel mio cielo ci sono lampi di felicità, ma tutto il resto del viaggio è una bellissima rincorsa.
Ecco perché cerco di allenare le mie bambine, farle trovare pronte a tutto quello che le aspetta ed il viaggio serve proprio a questo. Mi interessa che scoprano sapori diversi, che vedano donne vestite in maniera diversa, templi religiosi diversi; perché questo fa di loro delle viaggiatrici, che riempiono la propria valigia senza accorgersene.
Proust diceva “che viaggiare apre la mente” ecco a me piace pensare che loro viaggino con la mente già aperta. Spero per loro una vita di grandissima libertà, mi auguro siano coraggiose, che non abbiano mai paura.
E credo che questo sia anche il segreto delle donne, andare oltre la paura, perché non possiamo permettercela.
Non credo nella donna migliore dell’uomo, perché sono convinta che senza uomini questo mondo non sarebbe cosi affascinate: ma la genetica ci ha dato un compito, quello della vita. È una bella responsabilità quella della vita, abbiamo un'altra chiamata e questo mi fa pensare che siamo fatte di tanto coraggio e molta forza per rispondere, realizzarci ed essere felici allo stesso tempo.